Excalibur

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  1. Krasin
     
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    Excalibur

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    Una delle opere cinematografiche che meglio coniuga leggenda, storia e letteratura è Excalibur di John Boorman.

    Perché attraverso tre ore di grande cinema si assiste ad un tentativo riuscito di rendere visivamente l’affascinante storia di re Artù e i romanzi di De Troyes, mescolando con sapienza musica wagneriana e la Carmina burana, le gesta di Lancillotto e quelle di Merlino, attraverso paesaggi quasi fiabeschi, sospesi in un mondo che sa di favola, pur essendo terribilmente crudele.

    Così vediamo Artù strappato dal mago Merlino a suo padre. Uther Pendragon e a sua madre Higray crescere all’ombra del grande mago,in attesa di compiere le antiche profezie: diventare il re che unifica la Britannia e ridare libertà e prosperità al suo popolo.

    I romanzi di De Troyes si fondono con quelli di Goffredo di Monmouth: vediamo Artù crescere ed estrarre dalla roccia Excalibur, la spada del potere, riuscire,con coraggio e sangue freddo, a mettere d’accordo nobili e cavalieri creando per loro una sorta di gran consiglio, la tavola rotonda: rotonda perché chiunque segga ad essa sia allo stesso livello di grado e di dignità di chi gli siede accanto.

    Facciamo così conoscenza di Galahad, di Lancillotto, l’unico che batte in combattimento Artù, che per sconfiggerlo distruggerà Excalibur, riottenendo la spada solo grazie all’intervento della Dama del lago.

    Conosciamo così Parsifal, che da semplice scudiero di Lancillotto diventerà cavaliere, colui che riporterà Camelot, la città di Artù, all’antico splendore, conosciamo Ginevra,che sposa Artù, e che poi tradisce con il suo migliore amico, Lancillotto,con tanti sensi di colpa, ma anche con imbarazzante semplicità.

    Boorman mescola storie e individualità, riuscendo comunque a mantenere un canovaccio che non si allontani troppo dalle avventure narrate da Monmouth e De Troyes.

    Così assistiamo alla comparsa di Morgana, sorellastra di Artù, che diviene allieva del grande Merlino, dal quale impara le conoscenze arcane e magiche e assistiamo alle prime beghe all’interno della tavola rotonda,che culmineranno nelle accuse di infedeltà alla regina Ginevra, che verrà difesa proprio dall’umile scudiero, Parsifal,e successivamente da Lancillotto.

    E’ il punto più alto dello splendore di Camelot che ben presto rovina e frana moralmente.

    Perché Morgana, grazie alle sue arti magiche seduce re Artù e rimane incinta, Merlino,soggiogato dalla abilità della maga, scompare di scena, relegato nella terra delle ombre, nè morto nè vivo, in animazione sospesa.

    La saga a questo punto vira di colpo,trasformandosi in tragedia: Artù scopre il tradimento della moglie, ma non ha il coraggio di uccidere i due amanti.

    Abbandona la spada regale, Excalibur, e precipita, ben presto, in un’abulia totale che coinvolge anche tutto ciò che lo circonda.

    Nel frattempo Morgana diventa sempre più potente: affina le sue armi e cresce suo figlio, l’incestuoso Mordred, nell’odio verso suo padre.

    A Camelot i cavalieri della tavola rotonda si rendono conto che solo il Santo Graal, la coppa della vita, con il suo esempio e valore di purezza,può riportare tutto alla normalià, riportando alla vita la terra e Artù, che sono intimamente connessi.

    Partono tutti, ma tornerà solo Parsifal, che riuscirà a scoprire l segreto del Graal.

    E’ l’inizio dell’apoteosi finale.

    Aiutato dal Graaal, da Merlno,tornato solo per l’occasione dal regno delle ombre, Artù affronta in battaglia il potente esercito di Mordred, riuscendo a sconfiggerlo ma morendo in combattimento.

    Sarà Parsifal a restituire Excalibur alla Dama del lago, in attesa di un re di valore, puro di cuore,che possa nuovamente impugnarla.

    Artù morto viene trasportato dagli spiriti verso Avalon.

    Se la trama risente di qualche forzatura è però quasi del tutto convincente.

    La storia di cavalieri della tavola rotonda, di Artù e di merlino trasporta lo spettatore in un mondo magico, fatto di uomini veri, con vizi e virtù, ma imbevuti di ideali forti e pregnanti.

    E alla fine non ti accorgi che sono passate tre ore, che in fin dei conti di scene di battaglie ne vedi all’inizio e alla fine del film, e che il resto del temp l impieghi a seguire le vicende di Gauwein, di Galahad, di Parsifal….

    E che la leggenda,alle volte,affascina molto più del reale, quasi da farti provare una nostalgia acuta per personaggi e ambienti in cui avresti vissuto volentieri.

    By Misteri e Misteri
     
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0 replies since 23/3/2010, 05:24   137 views
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